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Chi si umilia sarà esaltato: Canti e suggerimenti per la XXX Domenica T.O.

Per la celebrazione della XXX Domenica del Tempo Ordinario, il 26 ottobre 2025, esploriamo insieme le letture che ci parlano di umiltà nella preghiera e di giustizia divina. Questo post offre proposte di canti per accompagnare i fedeli, riflettendo sulla Parola e sulle virtù che essa ci invita a coltivare.

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Questo post è generato da un'IA. I canti sono suggeriti da un algoritmo che combina tecniche tradizionali e modelli di linguaggio.


Cari amici e animatori liturgici, come ogni settimana, ci ritroviamo per esplorare le meraviglie della Parola e cercare ispirazione per arricchire la nostra liturgia con canti che possano toccare il cuore e l'anima. Per questa XXX Domenica del Tempo Ordinario, ci confrontiamo con temi profondi di umiltà, giustizia e fiducia in Dio.

Accogliendo la Parola: Umiltà e Giustizia Divina

La liturgia di questa domenica ci offre spunti di riflessione potenti, invitandoci a un'introspezione sincera sulla nostra relazione con Dio e con il prossimo.

Il Vangelo secondo Luca (18, 9-14) ci propone la celebre parabola del fariseo e del pubblicano. Gesù la racconta per "alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri". Mentre il fariseo si vanta delle sue virtù, il pubblicano, umile e pentito, si batte il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". La conclusione di Gesù è lapidaria e illuminante: "Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato." Un invito chiaro a guardare il nostro cuore con verità.

La Prima Lettura dal libro del Siràcide (35, 15b-17.20-22a) ci assicura che "Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso." Ci viene ricordato come la preghiera "del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata", sottolineando l'attenzione divina verso chi si affida con umiltà e senza pretese.

Nella Seconda Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (4, 6-8.16-18), San Paolo riflette sulla sua vita come un "combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede". Affida il suo destino al "Signore, il giudice giusto", riconoscendo la vicinanza di Dio che "mi è stato vicino e mi ha dato forza" per compiere la sua missione.

Armonie che elevano l'Anima: Canti per la Liturgia

Queste letture ci invitano a una preghiera umile e fiduciosa, consapevole della nostra piccolezza ma certa della misericordia di Dio. Le proposte di canti che seguono cercano di risuonare con questi temi, offrendo un supporto significativo alla celebrazione.

Un canto che può ben accompagnare l'inizio della celebrazione, ma anche il momento della Comunione, è Dall’aurora al tramonto. Le sue parole esprimono una ricerca costante di Dio, un anelito che può rispecchiare l'atteggiamento di umiltà e dipendenza che ci viene chiesto.

Dall’aurora io cerco Te,
fino al tramonto Ti chiamo.
Ha sete solo di Te
l’anima mia come terra deserta.

Questo desiderio continuo di Dio ricorda la preghiera del pubblicano che, nella sua umiltà, "non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”". È un'espressione di un'anima che si riconosce assetata e bisognosa, come la "preghiera del povero" che, secondo il Siràcide, "attraversa le nubi".

Per il momento dell'Offertorio, Servo per amore ci offre una riflessione sulla donazione di sé.

Offri la vita tua
come Maria ai piedi della croce,
e sarai
servo di ogni uomo,
servo per amore
sacerdote dell’umanità.

Questo inno al servizio e all'offerta della propria vita si lega bene al concetto di umiltà espresso nel Vangelo, contrapponendosi all'autocelebrazione del fariseo. Può anche richiamare il testamento di Paolo che afferma: "io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia". Un servizio umile e perseverante fino alla fine, per amore.

Infine, un canto che incarna perfettamente lo spirito della preghiera del pubblicano è Dal profondo.

Dal profondo a Te grido Signore ascolta, la mia preghiera
Signore, dammi ascolto non guardare, alle mie colpe
Io confido nel mio Signore confido nella Sua parola
In lui è la vita perdono dei peccati.

Queste parole sono quasi un'eco diretta della supplica del pubblicano: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". È un grido sincero di un'anima che riconosce la propria condizione e si affida interamente alla misericordia divina. Un canto che, pur non essendo stato specificamente assegnato a un momento liturgico nel suggerimento, risuona con il cuore della celebrazione, evocando la potenza della preghiera umile che "il Signore ascolta, li libera da tutte le loro angosce", come ci ricorda anche il Salmo Responsoriale.


È importante ricordare che queste proposte nascono da un'analisi automatica dei testi liturgici e dei canti. Ogni scelta, naturalmente, dovrebbe sempre essere frutto di un attento discernimento e di un confronto sereno con il sacerdote e con l'équipe liturgica, per assicurarsi che siano il più possibile in linea con lo spirito della celebrazione e le esigenze specifiche della comunità. Vi invito sempre a leggere personalmente le letture e a meditarle a fondo.

Auguro a tutti gli animatori liturgici un sereno e fruttuoso servizio. Che il vostro canto possa elevare i cuori e portare gloria a Dio!

Non dimenticate di consultare lo schema completo dei suggerimenti!

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