Quando i Tesori non sono di questo mondo: Suggerimenti di Canti per la Liturgia
Per la XVIII Domenica del Tempo Ordinario, il 3 agosto 2025, siamo invitati a una profonda riflessione sulla transitorietà dei beni terreni e sull'importanza di arricchirsi presso Dio. Questo post offre spunti e suggerimenti per i canti liturgici che possono aiutare l'assemblea a entrare più pienamente nel messaggio delle letture, elevando il cuore al Creatore.
AI generated content
Questo post è generato da un'IA. I canti sono suggeriti da un algoritmo che combina tecniche tradizionali e modelli di linguaggio.
La Parola di questa Domenica: Un Invito a Riflettere
Cari amici e animatori liturgici, ogni settimana la Parola di Dio ci incontra e ci interpella, fornendo spunti preziosi per scegliere i canti che possano accompagnare la celebrazione. Per questa XVIII Domenica del Tempo Ordinario, la liturgia ci pone di fronte a domande fondamentali sul senso della vita e sulla vera ricchezza.
La Prima Lettura, tratta dal libro del Qoèlet, ci presenta una visione schietta sulla vanità delle fatiche umane e sull'illusorietà delle ricchezze. Il celebre "Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità" ci scuote, ricordandoci quanto sia effimero ciò che con tanta fatica accumuliamo per noi stessi, per poi lasciarlo ad altri. Ci viene chiesto: "quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?". Un interrogativo che ci spinge a guardare oltre il tangibile.
Dalla Seconda Lettura, la lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi, giunge un forte invito a cambiare prospettiva. Se siamo "risorti con Cristo", ci viene esortato a "cercare le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio" e a "rivolgere il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra". Paolo ci chiama a spogliarci dell'uomo vecchio, delle passioni terrene e della "cupidigia che è idolatria", per rivestire l'uomo nuovo, in Cristo.
Il Vangelo di Luca, con la parabola del ricco stolto, mette in guardia con chiarezza contro l'inganno della cupidigia. Gesù ci dice di "fare attenzione e tenervi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede". La parabola descrive un uomo che accumula beni, progettando un futuro di ozio e piacere, senza riconoscere la sua dipendenza da Dio. La severa parola divina, "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?", ci ricorda la precarietà della nostra esistenza e l'illusione di poter controllare il nostro tempo. La parabola si conclude con l'affermazione perentoria: "Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio". La vera ricchezza è spirituale, non materiale.
Un Inno alla Verità: Proposte per l'Accoglienza
In questo contesto di riflessione sulla transitorietà e sulla vera ricchezza, un canto d'ingresso che può accompagnare l'assemblea in modo significativo è Venite applaudiamo al Signore (Salmo 94) di Marco Frisina. Questo canto invita a un atto di lode e adorazione, richiamando l'attenzione non sulle preoccupazioni terrene, ma sulla maestà di Dio.
Il testo del canto, con il suo ritornello "Venite applaudiamo al Signore,
alleluia, alleluia.
Roccia della nostra salvezza.
Amen, alleluia.", ci invita fin dall'inizio della celebrazione a riporre la nostra fiducia non nei beni materiali, ma nel Signore, nostra Roccia. Questo messaggio risuona in armonia con l'esortazione del Vangelo a "non arricchirsi per sé, ma presso Dio", suggerendo che la vera salvezza e sicurezza si trovano solo in Lui. La lode al Signore Creatore che ha fatto il mare e plasmato la terra, ci aiuta a elevare lo sguardo dal mondo e dalle sue vanità, proprio come ci invita a fare san Paolo:
"Cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra."
E il canto continua, ricordandoci la nostra appartenenza a Lui:
"Egli è il nostro Dio, noi il suo popolo,
il popolo che ai suoi pascoli guida,
il gregge ch'Egli conduce."
Questa strofa sottolinea la relazione profonda tra Dio e l'umanità, richiamando il fatto che la nostra vita dipende da Lui, il nostro pastore, non dalle ricchezze che accumuliamo, come insegna la parabola del ricco stolto. È un canto che, con la sua enfasi sulla lode e l'adorazione, può predisporre l'assemblea a ricevere il messaggio della Parola, orientando i cuori verso la vera fonte di vita e di ogni bene.
Le proposte qui presentate sono il frutto di un'analisi algoritmica dei testi liturgici e dei canti, e benché cerchino di offrire un supporto prezioso, è sempre fondamentale che vengano confrontate con la sensibilità pastorale e le specifiche esigenze della vostra comunità. Vi invito sempre a leggere attentamente le letture e a consultare il vostro sacerdote per la scelta definitiva.
Auguro a tutti voi, animatori liturgici, un servizio di canto ricco di significato e grazia in questa domenica. Che la vostra musica possa essere un ponte tra la Parola di Dio e il cuore dei fedeli, aiutandoli a discernere i veri tesori e a lodare Colui che è la nostra roccia eterna.